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A Lancusi di Fisciano parte RuralVip, la campagna di lancio del primo RURAL PUB del mondo. Un esperimento di innovazione sociale e valorizzazione delle aree rurali e interne

Mercoledì 17 febbraio 2016 ore 20,00 presso i locali di The Rural Pub via Generale C. Nastri a Lancusi di Fisciano (SA) sarà presentata RURAL VIP  la campagna di lancio del primo RURAL PUB del mondo. Un esperimento di innovazione sociale e valorizzazione delle aree rurali e interne. RuralPub nasce dall’idea di un gruppo di giovani agricoltori, allevatori e produttori locali dediti ad approcci di agricoltura resiliente, rispettosi degli approcci tradizionali. Sono i rappresentanti di una nova generazione di giovani brillanti, con livello di studio superiore, molti dei quali con esperienze anche all’estero e quasi tutti con passati di lavoro nelle agenzie di comunicazione digitale o in finanza che hanno deciso di tornare a casa a recuperare e riabitare le loro terre. Sono agricoltori per scelta che usano zappa e tablet e che intendono ricucire un ponte non con le generazioni dei loro padri ma con quelle dei loro nonni, VIP, very important person , persone davvero importanti che con la loro sapienza e la loro cultura da riscoprire ci suggeriscono nuov vie per uscire dal fallimento del presente con una agricoltura che produce impatti positivi non solo sull’alimentazione ma anche sull’ambiente, sulla salute e sulle economie di comunità. RuralPub intende diffondere una nuova consapevolezza alimentare soprattutto ai giovani (non è un caso che sia collocato a pochi metri dall’Università di Salerno) ma in modo giocoso e, sorpatutto, a costi da PUB.Il menù infatti è composto da piatti interamente preparati con prodotti locali a km0 della rete dei produttori che sottende alla gestione del locale. Mercoledì 17 si parte con la campagna di comuncazione dal titolo di “Rural Vip” perché fa leva sulla vera importanza dei produttori locali, capaci di essere i veri testimonials di una rinascita colturale e culturale del settore agroalimentare, a nostro avviso, determinante per l’economia delle aree interni rurali dell’Italia Mediterranea. A presentare il progetto sarà il Prof. Alex Giordano (dipartimento di scienze sociali dell’Università Federico 2° di Napoli), già fondatore del collettivo di Ricerca Rural Hub con sede a Calvanico, che ha indagato negli ultimi anni il modello della Rural Social Innovation e del Rural Social Impact quale strumento in grado di misurare i reali impatti socio-economici di determinate scelte tecnico-produttive e di indirizzo socio-economico.  Il Prof Pietro Campiglia ordinario di nutraceutica presso la facoltà di Farmacia dell’Uboversita degli studi di Salerno, autore di 101 pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali del settore e 50 comunicazioni a congressi, inoltre il dott. Pietro Campiglia svolge funzione di referee per “Biorganic and Medicinal Chemistry Letters”.  Presenti all’incontro anche una delegazione di SlowFood Campania interessata a far nascere nuovi presidi anche nel territorio della Valle dell’Irno. Modera l’incontro il Giornalista Paolo Perrotta, caporedattore del periodico Gusto Campania. Introduce i lavori Michele Sica coordinatore del progetto e manager di Rural Pub.  “La sovranità alimentare in 10 mosse”.  Ovvero che cos’è un RuralPub. 

al #ruralpub cerchiamo per quanto possibile di utilizzare solo prodotti presi direttamente dai contadini che conosciamo direttamente. Anzi, molti di loro sono coinvolti nella gestione del RuralPub stesso;

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1) Il menù varia con il variare delle stagioni.

2) I nostri piatti sono preparati solo con prodotti di stagione coltivati nei dintorni;

3) Per quanto possibile prendiamo tutti prodotti sfusi ed evitiamo prodotti confezionati. Anche le patate, rigorosamente locali, sono uguali a quelle delle mamme vostre. Nel senso che non sono inbustate e congelate ma che sono preparate come faceva vostra mamma: pulite, pelate, tagliate e fritte!

4) Il menù che vi proponiamo recupera i valori alimentari della civiltà contadina, rivaluta i “grandi piatti” della cucina povera. Cerchiamo di non esagerare con la carne, meglio poca ma di alta qualità. Non ci credete? Provate il nostro #‎porcobio 😉

5) La verdura la fa da padrona nei nostri piatti, anche quelli più sfiziosi. Durante l’anno sarà nostro compito guidarvi verso i valori delle proteine offerte dai legumi locali e di dispensare qualche consiglio per non dover per forza ricorrere alle maschere antigas;

6) Cerchiamo di favorire la biodiversità evitando cibi OGM e manipolati. Una cosa ci sta ancora sulle palle: abbiamo fatto il pari ed il dispari se inserire o meno la cocacola nel menù ed a malincuore abbiamo deciso di tenerne qualche bottiglia per qualche sfigato che non riesce a farne a meno. Ma attenzione: lo faremo solo per i mesi iniziali nei quali ci impegneremo a farvi capire come sia molto meglio il “succo d’uva” bevuto con moderazione 😉

7) Utilizziamo acqua dell’acquedotto filtrata e naturalizzata con modalità per niente invasive che se volete vi illustreremo. Preferiamo non immettere ancora bottiglie nell’ambiente…

8) Scegliamo solo prodotti di qualità, fatti con rispetto per l’ambiente e per tutti gli esservi viventi. Tra le varie certificazioni possibili preferiamo la “prossimità” ovvero il fatto che siamo tutti membri della stessa comunità, voi compresi, e che possiamo esercitare un controllo sociale a vista tra di noi. Ogni mese organizziamo il mercatino della #cumparete dove potere acquistare i prodotti e conoscere direttamente i produttori. Delle certificazioni a pagamento purtroppo non ci fidiamo più. E pare che non siamo i soli…

9) Siamo un PUB proprio per testimoniare che è possibile consumare cibo di qualità a costi contenuti e che è bellissimo farlo in maniera conviviale. Organizziamo laboratori, concerti, eventi legati alla nostra cultura proprio per sostenere la sovranità alimentare di tutti i Popoli;

10) Ci concepiamo come una comunità e non come un “ristorante”, siamo una taverna dove si scambiano informazioni sulla necessità di una sovranità alimentare, attraverso la parola, lo stare insieme e il cibo. Aderiamo a quanto scritto in questi anni nel Manifesto della Rural Social Innovation dalla comunità di ricerca di RuralHub.

 

 

 

 

 

 

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