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I Campi Flegrei di Raffaele Moccia con Pasquale Poerio.

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VIAGGI DI GUSTO di Gianluigi Carlino
Agnanum di Raffaele Moccia azienda vitivinicola.
Pasquale Poerio ed il suo progetto MarVin mi consentono di conoscere una persona speciale; quel Raffaele Moccia che è uomo simbolo dei Campi Flegrei, anzi, dal punto di vista vinicolo, si può affermare che Raffaele Moccia e la sua azienda Agnanum, sono i Campi Flegrei!
Per l’amore e la dedizione totale per questa terra, per essere avamposto e baluardo di un territorio meraviglioso, purtroppo deturpato da uomini incapaci, Raffaele ha preservato la sua piccola oasi in quel di Agnano. Questa, direbbe Bennato, è la sua “isola che non c’è”, un angolo di pace e di suggestioni. Ci si inerpica per terreni particolari, che non sono semplicemente vulcanici, sono di cenere! Le vigne sulla cenere vulcanica sono un’esperienza che mi mancava, e così insieme a tutti i simpatici amici di MarVin, ci sobbarchiamo con piacere la dura pendenza che ci porta davvero in alto, ad osservare una viticultura estrema, fatta di ingegno e pazienza ed ovviamente di duro lavoro. Falanghina of course, Piedirosso of course, su piante spesso allevate a tendone e quasi centenarie, e così l’attento visitatore può gia pregustare il risultato finale osservando tutto ciò e ascoltando Raffaele Moccia che spiega a noi “scolari per un giorno” il suo modo di intendere la viticoltura. Sudore, sacrifici ed il fattore tempo: perchè il vino richiede tempo; il vino è lento. Quest’uomo eroico lavora queste splendide vigne alle quali affianca anche qualche tratto di catalanesca e moscadello, praticamente con il padre ed il figlio Gennaro. Un trio tuttofare, perchè Raffaele sa bene i costi della manodopera che, con la tipologia di prezzi lowcoast applicati in cantina non può permetterseli. Parla della sua terra con amore e con grande rispetto, forse l’unico visionario in un mondo altrimenti cieco e insensibile.
Dopo le vigne ci rechiamo nella cantina piccola ma di fascino dove viene preparato il “Fuoco Flegreo”, ossia le carni bianche sapientemente arrostite da Ciro, altro cuore d’oro, bravo ed esperto nel grigliare dei piccoli capolavori molto apprezzati dai commensali.
E’ poi, l’occasione ghiotta per assaggiare i vini di Raffaele Moccia e valutarne la bontà. Ad Agnanum si producono 3 bianchi e 3 rossi, partendo dagli IGT, per poi passare alle doc ed infine ai due Cru.
Un percorso estremamente interessante che riscontra il grande gradimento del pubblico, tutt’altro che sprovveduto. L’allegria ed il buon cibo non mi fanno dimenticare, insieme a Pasquale e Rosalba, consorte/conseillante, di tracciare un profilo emotivo di questi vini, tutti di ottima fattura e dai prezzi francamente imbarazzanti.
Si parte con l’Agnanum 2012 Igt blend di uvaggio bianco, dove predomina la forza della catalanesca che accompagna la freschezza della falanghina, risulta appunto molto piacevole e dinamico e di buona sapidità. Si passa alla Falanghina Doc 2012 (A), che ci attrae da subito, rinfrancandoci con questo cepage troppo maltrattato da impostori del vino che spacciano per falannghina troppe porcherie alle quali l’utenza si è, ahimè, abituata. Da Raffaele la Falanghina assurge a quel ruolo nobile che merita.E’ un vitigno fondamentale per il nostro territorio, va curato coccolato e preservato. La falanghina è la nostra regione! Quella di Raffaele Moccia ha carattere, classe ,un retrogusto molto deciso, si avvertono note erbacee (e non quelle schifezze finto fruttate che si bevono troppo spesso), floreali si beve con estremo piacere e la si può accompagnare addirittura con carni bianche come abbiamo “osato” noi. Per i miscredenti, la falanghina non è un aperitivo! Mettetevelo in testa; la falanghina è un prodotto eccellente..se fatto bene.
Passiamo ai rossi e partiamo con il Vino Rosso IGT 2012, ha qualche piccola distorsione olfattiva ed è un blend di diversi uvaggi tra cui piedirosso e barbera: non arriva al cuore però.
Agnanum Piedirosso Doc 2012, è vinificato in purezza ed è scalpitante per il suo ottimo ingresso in bocca, abbastanza caldo, ha discreta mineralità e un buon finale. Nella sua semplicità è un vino ben fatto. Dopo qualche esitazione, chiediamo a Raffaele di provare almeno uno dei suoi cru, ed espressamente il Piedirosso Vigna delle Volpi 2007. Un sobbalzo di emozioni, piacere purissimo, per un vino (AA) dal forte impattto iniziale, molto cioccolatoso, Poi subentra un’armonia complessiva ed un palato ampio e ricco con un finale lunghissimo e spettacolare. E che vuoi più dalla vita? Continua così signor Campi Flegrei, il duro lavoro paga sempre, l’onesta pure. Prezzi da € 4,50 ai 12/15€ per il cru rosso.
Un sentito ringraziamento all’amico Pasquale Poerio per l’impeccabile organizzazione e ai suoi simpatici.

Gianluigi Carlino
foto D.Ruffolo

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