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Viaggi di gusto di GCarlino. Terre del Principe, Castel Campagnano (CE)

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La piccola Loira. Circondata tra il Matese ed il Taburno e con il Volturno che scorre come il fiume transalpino, è questa l’impressione che ne ricavo, essendo tra l’altro la prima volta che mi reco in questi dolcissimi luoghi. Ed anche i vini riveleranno un carattere loiresco molto particolare.
Mi accoglie con estremo garbo Manuela Piancastelli, la padrona di casa, che si dimostra una donna colta e raffinata. Si chiacchiera amabilmente e si discute un po del mondo del vino, c’è l’orgoglio di essere profeta in patria ed essere rispettati dalla gente che riconosce questo ruolo di antesignani del pallagrello. Da parte mia la grande curiosità di recarmi nelle splendide vigne al fine di ammirare da vicino questo vitigno che tanto mi intrigava: il pallagrello, sia rosso che bianco. Difatti proprio con Terra del Principe inizia il mio mini tour del pallagrello, da quel Peppe Mancini (er Principe) che è uno dei coautori della rinascita di questo antico vitigno. Mancini ha voluto fortemente che il pallagrello riassurgesse alla dignità di un tempo, ha lottato contro l’italico burocratese per far si che questo cepage riacquistasse la dignità che meritava e soprattutto la sua naturale territorialità: ci sono voluti 5 anni di studi ed un notevole lavoro con la Università Federico II di Napoli. La dimensione tranquilla della zona, la incredibile serie di antiche cantine sotterranee una adiacente all’altra, conferiscono un carattere armonico all’insieme. E così la padrona di casa ci conduce nella splendida cantina millenaria dove sono custoditi i gioielli di famiglia: c’è da restare incantati. Identica sensazione me la provocano le vigne, in specie quella del pallagrello bianco, situate ad un’altezza di 250m slm. Amo girare per vigne, ancor più che per cantine e prodotti finali; è il contatto vero con la natura e con i terreni che mi dà pienezza. Le vigne del pallagrello bianco sono tra l’altro,bellissime e sono tenute a tendone per impedire al sole di danneggiare questo delicatissimo cepage. Amabilmente curate dalle mani di un santone dell’enologia italiana quale il prof.Luigi Moio, queste accortenze danno i loro frutti all’atto della degustazione, in quanto proprio “Le Serole” 2011, ossia il pallagrello bianco, il cru della casa, si rivela un gran vino, dal notevole e gradevole impatto olfattivo, per poi aprirsi al palato armonico e molto equilibrato. (€ 18,00), il Roseto 2012, (molto amato da Manuela) si abbina perfettamente con la mozzarella, si rivela delizioso da vere e proprio serate di lusso. L’Ambruco 2010 è il pallagrello rosso. E’ nel solco dei vini della casa, molto elegante ed equilibrato, personalmente non mi incanta ma è ben fatto (€ 22,00).
At last but not the least anzi, degustiamo il Centomoggia 2010, il casavecchia in purezza (che nome orribile però!), e qui si ferma il mio orologio! Quando provo questo tipo di vini, mi viene come un sussulto di piacere, percepisco al naso la forza animalesca della piccola belva in questione e ne resto catturato. E’ unico, identitario con un timbro tutto suo, profumi marcati, colore rubino denso,quasi carnoso, energia mista ad equilibrio perfetto, un vino da amare (€ 22,00), il terreno dal quale proviene è di tipo sabbioso argilloso nella zona vocata tra l’altro di Pontelatone a 300m slm con sistema a vecchia spalliera con viti a piede franco di oltre 100 anni. Sono grato a Manuela per avermene omaggiato di “one bottle” che ho potuto bere in santa pace alla santè di Terre del Principe.
Anche un petit e delizioso agriturismo del piacere.

Azienda Agricola TERRE DEL PRINCIPE sede in Castel Campagnano (CE) via SS Giovanni e Paolo tel 0823 867126 – 335 5878791 Mail info@terredelprincipe.com
Ha 11,00, 50.000 bottiglie prodotte circa Enologo Luigi Moio
60% produzione in campania 40% all’estero

di Gianluigi Carlino
foto D.Ruffolo

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