Take a fresh look at your lifestyle.

Bollicine campane per brindare al nuovo anno. I consigli del Sommelier

BOLLICINE CAMPANE PER BRINDARE AL NUOVO ANNO COME ORIENTARSI?

Il 2022 sta per finire  e sulle tavole di tutti gli italiani  per brindare al nuovo anno non mancheranno le bollicine. Lo spumante è da sempre simbolo di festa e di buon augurio da quando è stato inventato il metodo champenoise nella regione dello Champagne nella seconda metà  del 1600 dall’abate Don Perignon e con la grande diffusione a partire dai primi del 900 dei vini spumanti prodotti con il più veloce ed economico metodo Martinotti-Charmat in grandi autoclave.

- la tua Pubblicità qui -

In Italia lo spumante  vanta diversi distretti produttivi  tra cui il Piemonte con l’Asti spumante dop, Il Trentino con il Trento dop, la Lombardia con l’area della Franciacorta dop ed il Veneto con  la grande area di produzione del Prosecco dop,  diventato in pochi anni lo spumante più diffuso al mondo riuscendo per produzione e vendite a superare anche il blasonato champagne. In grande crescita anche i più recenti distretti produttivi dell’Oltrepò Pavese in Lombardia  e dell’Alta Langa in Piemonte.

Il grande successo della bollicina ha fatto sviluppare in tutta la nostra penisola tantissime nuove  produzioni (o micro-produzioni)  di spumanti prodotti con uve autoctone e blend di uve autoctone ed internazionali sia con metodo Martinotti-Charmat che col Metodo Classico.

E la Campania? Nella nostra regione non è stato mai creato un distretto vocato alla spumantistica come nelle principali area del nord. Le aziende hanno cominciato a spumantizzare in ordine sparso e senza una precisa strategia.

Ciononostante gli spumanti prodotti in Campania stanno sempre di più raccogliendo consensi sia a livello locale che sui mercati italiani ed esteri.

 

Bollicine in Campania, un trend in crescita

I numeri della produzione spumantistica in Campania  non sono ancora significativi rispetto alle aree più importanti ma il fenomeno è in costante crescita. La prima azienda a produrre spumante col metodo classico è stata la cantina di Marzo che negli anni 20 diede vita al suo spumante a base di uve Greco chiamato proprio Anni 20 che produce ancora. A meta degli anni 30 un esperimento fatto sull’isola d’Ischia non ebbe fortuna e la produzione fu abbandonata. Solo agli inizi degli anni 2000 si è ripresa la produzione che oggi è diffusa in quasi tutti i principali disciplinari di produzione della nostra regione.

Inizialmente si è scelta quasi esclusivamente la metodologia di produzione con la tecnica Martinotti-Charmat ed in molti casi la spumantizzazione avveniva fuori regione. Negli ultimi anni  sulla scia del sempre maggiore successo delle bollicine nelle preferenze di consumo a livello mondiale sempre più aziende hanno investito in tecnologia in cantina per la  produzione di spumanti.

Ma volendo bere bollicine campane quali spumanti comprare da bere a casa in famiglia e con gli amici o da scegliere al ristorante sul classico cenone?

Spumanti made in Campania, i nostri consigli. Proviamo a fare un giro nel mondo dello spumante nei diversi territori per orientare la nostra scelta.

 

Spumanti partenopei

La Falanghina spumante è sicuramente  tra le tipologie più diffuse in Campania. Gli spumanti prodotti sulla costa nell’areale dei campi flegrei sul Vesuvio e sulle isole  sono molto piacevoli per la loro facilità di beva. Quelli prodotti da Cantine del Mare, Cantine Astroni, Carputo ma anche dalle altre aziende del territorio costiero sul Vesuvio come quelli di Sorrentino e Cantina del Vesuvio e di Casa Setaro con il vitigno Caprettone sono ideali per gli aperitivi ,gli antipasti ed i primi piatti a base di mare. Per chi ama gli spumanti rosè interessanti quelli prodotti con uve Piedirosso per la loro grande versatilità che da la possibilità di abbinarli anche a  tutto pasto.

 

Spumanti del Sannio

Se vogliamo degli spumanti con maggiore corpo possiamo optare per quelli prodotti nella provincia di Benevento e nel Sannio sia con Falanghina ma anche con uve Greco e Fiano con metodo sia charmat che Metodo classico. Questi spumanti possono essere abbinati a tutto pasto e su tutti secondi di pesce e carni bianche. I rosè sono prodotti  sia con uve Piedirosso che Aglianico e possono essere abbinati anche sui piatti di carne rossa e sui formaggi stagionati e i salumi. Interessanti tutti gli spumanti prodotti dalle principali cantine sociali: Solopaca, Taburno e La Guardiense che grazie ai grandi investimenti tecnologici riescono a coniugare quantità e qualità a buon prezzo. Tra le aziende più interessanti Fontanavecchia e Masseria Frattasi.

 

Spumanti dell’Irpinia

Nella provincia di Avellino vengono spumantizzati tutti i principali vitigni Falanghina, Greco, Fiano e Aglianico per le versioni rosè. Molte aziende prediligono il metodo classico proponendo degli spumanti più complessi e strutturati. Non esiste un modello o uno stile unico di produzione , le singole aziende vanno a caratterizzare il loro prodotto e pertanto va ricercato lo spumante che meglio si adatta ai propri gusti ed al proprio palato. Tra le aziende più interessanti: I Favati, Ciro Picariello, Feudi San Gregorio, Tenuta Cavalier Pepe, Villa Raiano. Complessivamente tutti i produttori offrono prodotti di buona qualità.

 

Spumanti da Terra di Lavoro

La provincia di Caserta è forse l’unica che aveva già con i Borboni introdotto un vitigno che era ideale da spumantizzare per le sue caratteristiche varietali, l’Asprinio. Eppure questo vitigno  nella sua versione spumante non ha mai avuto grande successo e notorietà in Campania e fuori regione, né è stato valorizzato adeguatamente. Negli ultimi anni si sta facendo un grande lavoro di recupero  di questo grande patrimonio per troppo tempo lasciato nell’oblio. Due anni fa l’alberata aversana il tipico sistema locale di coltivazione del vitigno  è stata iscritta nel Patrimonio Immateriale della Regione Campania con l’obiettivo di farla aggiungere alla  lista dei siti Unesco italiani patrimonio dell’umanità. In questo territorio ci sono tanti produttori che producono spumanti sia col metodo Martinotti-Charmat che col metodo classico l’Asprinio  spumante. Tra le aziende più interessanti; I Borboni, Salvatore Martusciello, Tenuta Fontana, Masseria Campito, Di Costanzo.

Gli spumanti a base di Asprinio si caratterizzano per la loro grande acidità e freschezza e sono ideali per chi ama i crudi di mare ed i piatti a base di pesce. Menzione speciale per l’azienda Villa Matilde che e riuscita a produrre degli ottimi spumanti con la tecnica del metodo classico nell’areale del Falerno del Massico, con i vitigni Falanghina e Aglianico ,in uno dei territori più antichi in Campania nella produzione dei vini.

 

Spumanti del Cilento e del salernitano

L’ultimo territorio che ha sviluppato la viticoltura in Campania è la provincia di Salerno ed il Cilento. In questo areale c’è stato subito un gran fermento anche nella produzione dei vini spumanti. Bruno de Conciliis è stato un pioniere ed i suoi spumanti  sono ancora una garanzia. Molte le aziende che producono bollicine di grande qualità quasi sempre con le uve Fiano e Aglianico per le versioni rosè. Tra i rosè il metodo classico JOI dell’azienda San Salvatore 1988 merita una menzione speciale per la sua grande eleganza e la sua complessità. Stile molto francese nel colore rosa pallido chiaro ma che dona al palato grande complessità ed eleganza. Da portare a tavola e da bere a tutto pasto. Tra le aziende segnaliamo Casa di Baal,  Casebianche , Verrone  e nell’areale di Tramonti in costa d’Amalfi Tenuta San Francesco.

La bollicine campane sono un mondo in grande fermento ,in questo panorama si possono scoprire anche delle nuove  mini produzioni di grande qualità in alcuni casi delle vere rarità.

Ecco quelle che abbiamo scoperto nell’ultimo anno e che proponiamo ai più ricercati winelovers.


Briolé di Cantine Caggiano (Taurasi, Avellino)

Briolè è il nuovo spumante metodo classico Pas dosè prodotto con uve Fiano dall’azienda di Taurasi Antonio Caggiano. Un progetto racconta Pino il figlio di Antonio nato alcuni anni fa e che ha visto arrivare sul mercato da un anno poco più di 3000 bottiglie .Lo spumante viene prodotto dalla selezione delle migliori uve di Fiano dalle vigne di proprietà raccolte anticipatamente per preparare la base spumante ed a seguire con  l’affinamento in bottiglia per un minimo di 24 mesi sui lieviti prime di uscire sul mercato. La scelta è  quella di non dosare lo spumante per conservare freschezza ,complessità ed eleganza del fiano. Il risultato è uno spumante  da abbinare a tutto pasto  con i piatti  della tradizione irpina è campana.

Briolè ha anche la sua versione rosè prodotto con uve Aglianico. ll metodo di produzione adottato è  lo stesso. Affinamento sui lieviti per almeno 24 mesi prima di andare in bottiglia. Anche in questo caso la scelta è stata di produrre un pas-dosè. Uno spumante di grande freschezza ,complessità ed eleganza e struttura. Abbinamento a tutto pasto anche con le carni rosse la cacciagione ed i formaggi stagionati.

 

 


Català 36 di MonteSommaVesuvio (Pollena Trocchia, Napoli)

 

Dopo l’Irpinia ci trasferiamo nell’areale del Vesuvio. La Catalanesca da pochi anni è finalmente diventato un vitigno autorizzato con il riconoscimento della igp del Monte Somma. La storia del vitigno vuole che sia stato portato probabilmente dagli spagnoli con Re Alfonso I d’Aragona. e coltivato come uva da tavola alle falde del Vesuvio per arrivare sulle tavole dei nobili a Natale. Quando Nicola Campanile  dell’azienda MonteSommaVesuvio con sede a Pollena Trocchia nell’areale di produzione dell’uva Catalanesca decide di sperimentare la versione spumante con la tecnica di produzione del metodo classico di rifermentazione in bottiglia ,si accorge che non è possibile per problemi burocratici citare il nome del vitigno in etichetta. La tipologia spumante non era contemplata nel disciplinare igp di produzione. Nasce allora il CATALA’ 36 Spumante brut millesimato. Uno spumante prodotto al 100% con uve Catalanesca che affina fino a 36 mesi sui lieviti prima di essere messo in commercio. Un prodotto ad oggi unico per gli  amanti delle bollicine. Abbinamento ideale con i piatti tipici della terra vesuviana. Da quest’anno poche e rare bottiglie  del CATALA’ INNATURALE un pas dosè  spumante metodo classico con fermentazione su lieviti indigeni.

Due rare chicche enologiche campane  per i fortunati che riusciranno a reperirne ancora qualche bottiglia in cantina.

 


Prima Gioia di Masseria Piccirillo (Caiazzo, Caserta)

Lo scrigno delle meraviglie della Campania si chiude con un altro prodotto che mette in risalto le potenzialità di un altro vitigno che promette ancora tanto dal punto di vista enologico.

Giovanni Piccirillo, enologo laureatosi presso l’Università di enologia di Avellino e specializzatosi presso l’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin di Bordeaux in Francia al suo rientro oltre a seguire la produzione dei vini di famiglia a Masseria Piccirillo nei vigneti di proprietà coltivati a  Pallagrello e Casavecchia  decide di sperimentare la spumantizzazione per la prima volta di  un metodo classico da uve Pallagrello bianco. Dopo un affinamento sui lieviti per 24 mesi nasce il suo Prima Gioia uno spumante pas dosè millesimato anche riserva che mette in evidenza  la grande versatilità del un vitigno e del suo territorio. Abbinamento su antipasti e primi piatti di terra e di mare e formaggi semi stagionati.

 

Per coloro che vorranno brindare al nuovo anno con le bollicine campane le scelte non mancano per tutte le tasche e e per tutti i palati, anche i più esigenti.

 Buon 2023 da GustoCampania

I commenti sono chiusi.