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Santorini un terroir divino


Santorini, un “terroir” divino

Santorini non è solo sinonimo di abitazioni bianche e cupole turchesi, di mare, sole e tramonti, ma ricca di storia, cultura e vigneti.
E’ risaputo, infatti, che i vigneti di Santorini sono tra i più vecchi al mondo e, in assoluto, i più resistenti. La loro resistenza e bontà è dovuta alle particolari condizioni climatiche e ai terreni, di origine vulcanica.
A causa della scarsità delle precipitazioni e del vento, le viti sono mantenute molto basse, quasi un groviglio di rami intrecciati a contatto con la terra per attingere l’umidità presente nel suolo.
Come conseguenza, la resa per ettaro risulta essere bassa ma, in compenso, la qualità delle uve è particolarmente elevata e dal gusto esclusivo. L’eccellenza riguarda soprattutto i bianchi.
Le cantine dell’isola, riportate nelle indicazioni delle “Wine roads”, sono molte: ben 13.
La nostra prima visita è stata alla location di “Santo Wines”, nei pressi di Pyrgos, alle pendici della Caldera. Nata nel 1952 , allorquando Nikolaos A. Argiros, chiudendo i battenti della sua vineria storica del 1861, fondò l’Unione Cooperativa per i prodotti di Thira, dando origine alla più grande azienda vinicola dell’isola.
Abbiamo degustato sei vini tipici del terroir: i bianchi secchi doc “Assirtiko”, “Nykteri” e “Nykteri Reserve”; il rosso secco igt “Kameni”; il rosso semidolce “Santo” ed, infine il “Vinsanto”.
Nonostante la bellezza della splendida area degustazione con vista mozzafiato sul cratere, suggestiva tra l’altro al tramonto, i vini, ad eccezione del “Vinsanto”, non ci hanno impressionato e l’idea complessiva è stata quella di trovarci, piuttosto che in una cantina, in un supermarket preposto alla vendita di vini.
A questo punto abbiamo desistito dall’idea di proseguire con le cantine riportate dalle segnalazioni delle “Wine roads” e abbiamo preferito chiedere consigli al punto informativo di Fira che ci ha segnalato le cantine “Art Space” a Exo Gonia, lungo la strada che congiunge Kamari a Messaria, e “Domain Sigalas” nei pressi di Oia (località Finikia).
La cantina “Domain Sigalas”, alle porte di Oia, è immersa fra vigneti sperimentali di recente età, ed offre degustazioni nella quiete di un tipico patio greco con vista sull’Egeo. Paris Sigalas ha iniziato a dedicarsi alla viticoltura biologica nel 1991, dopo aver lasciato la scuola dove insegnava matematica. Produce oggi circa 200.000 bottiglie di buona qualità.
La nostra degustazione ha compreso ben 12 vini dei vigneti tipici di Santorini, doc e igt: i bianchi “Aidani”, “Assyrtiko-Athiri”, “Nychteri”, “Santorini”, “Kavalieros”, “Santorini Barrel”; il rosato “Ean”; i rossi, “Mavrotragano”, “Krisi” e “Mm” (gli ultimi due adatti ad un uso quotidiano); il “ Vinsanto” e il vino dolce rosso “Apiliotis”.
In questa cantina è possibile finalmente degustare il potenziale delle varietà e del “terroir” unico dell’isola vulcanica. Tuttavia il top doveva ancora arrivare.
“Art Space”, di proprietà di Antonis Argiros, fu Nikolaos, è stata una rivelazione. La location, che contiene delle cantine scavate nella tenera roccia di Santorini, è stata inizialmente una fabbrica di pomodori di proprietà della famiglia e poi una azienda vinicola nel 1861. Antonis, che ci accolto con simpatia, ci ha mostrato fieramente le foto dei suoi genitori, dandoci anche delle informazioni di carattere storico sulla location. Ci ha introdotto, con estrema gentilezza e cordialità, alla visita della stessa, trasformata, nel 1999, nel rispetto delle forme originarie, in parte in un museo del vino, con equipaggiamenti della tradizione ancora oggi usati assieme ai nuovi per continuare la tradizione di famiglia, in parte in uno spazio artistico, con pitture e sculture, che offrono allo spettatore la possibilità di avvicinarsi all’arte contemporanea greca e internazionale. A nostro avviso, un perfetto connubio tra l’arte familiare del passato e le espressioni artistiche del presente, volto a salvaguardare la storia del luogo e le tradizioni, promuovendo l’arte, anche attraverso la degustazione dei vini di Antonis, che sono, senz’altro, i migliori oggi prodotti sull’isola.
Sulla scorta dei vari oggetti museali si apprendono diverse curiosità sulla produzione delle conserve di pomodoro, sulla distillazione della grappa e sulla pigiatura dell’uva.
La nostra degustazione ha compreso due ottimi bianchi Assyrtico, in purezza. Il primo, “Saint August”, dal gusto più minerale; il secondo, “Saint August Reserve”, più equilibrato e dal gusto barricato per il suo invecchiamento in botti francesi nuove, dove matura, prima della sua piena fermentazione, per 10-15 mesi in una grotta di pomice, ottimo materiale isolante naturale, situata a circa 11 metri sotto terra, a temperatura e grado di umidità costanti. Entrambe le bottiglie riportano il nome del mese di Agosto , mese della relativa vendemmia (che avviene, approssimativamente, a metà del mese).
Ottimi anche i due successivi “Nychtery” e “Kavaliero Reserve”, raffinati per gusto e sentori.
Eccezionale, poi, il vino dolce naturale “Vinsanto” (Assyrtiko 90-95%, aidani, athiri 5-10). La leggenda narra che il “Vinsanto”, arrivato fino a noi in Italia per mano dei veneziani, provenga da quest’isola e che si chiami così proprio perchè è il vino di Santo(rini) nome con cui i cittadini della Serenissima erano soliti referenziare l’antica Fira. La relativa vendemmia è fatta negli ultimi giorni di Agosto a piena maturazione dei vigneti; i grappoli sono esposti al sole per al più 8-14 giorni, potenziando gli aromi naturali. Il prodotto è, poi, invecchiato in botti da 3 a 20 anni.
Per completare la degustazione, Antonis ci ha offerto anche la sua grappa bianca, che eguaglia in gusto le nostre migliori produzioni, ma dal costo molto più contenuto; la sua splendida grappa barricata, prodotta per il suo esclusivo piacere e dal gusto del tutto simile al cognac; dulcis in fundo, il raki, una sorta di ouzo dai sentori differenti dall’anice.
Una esperienza senza dubbio unica, che ci ha lasciato un segno indelebile, anche per quanto Antonis è riuscito a trasmetterci.
Per questo, se si è a Santorini, una visita all’“Art Space”, per conoscere Antonis Argiros, la sua galleria artistica, il suo museo del vino e la sua produzione, è una opportunità assolutamente da non perdere.

Roberto D’Amore
Petita Ventre

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ENGLISH VERSION

Santorini, a divine “terroir”.
Santorini doesn’t mean only white houses and turquoise domes, sea, sun or sunsets; it’s an island full of story, culture and vineyards.
The vineyard of Santorini is claimed to be of the oldest ones in the world and particularly resistant to the diseases. The resistance of the dry vineyard of Santorini, as well as the exquisite aromas of its grapes are due to the special climate and to the volcanic “terroir” of the island.
The vineyards are very short cause of the combination of limited rainfall and strong summer winds and “forces” the vines to “feed” on the humidity retained in the volcanic island soil.
As a result, the yield per hectare is low, but the quality of the grapes is particularly high and their aromas are exquisite.
The island’s wineries, reported in the “Wine roads”, are many: thirteen as well.
Our first visit was to “Santo Wine” location, near Pyrgos, on Caldera’s slopes.
It was born in 1952, when Nikolaos A. Argiros, closed the doors of his old winery and founded the Union of Cooperatives for Products of Thira and the biggest winery on the island.
We tasted six typical wines of island’s “terroir”: the dry whites “Assirtyco”, “Nykteri”, “Nykteri reserve”; the dry red “Kameni”; the semisweet red “Santo” and least, but not last, “Vinsanto”.
In spite of the extraordinary beauty of the tasting area, really a breath-taking view, sunset suggestive, the wines, keeping out the good “Vinsanto”, didn’t impress our taste at all. Our overall idea was to be in a supermarket rather than in a winery.
At this point we realized following the “Wine road” advisories wasn’t a good idea; so we asked about best wineries at the Fira’s information point. A kindly woman reported us two wineries: “Art Space” in Exo Gonia, on Kamari-Messaria street, and “Domain Sigalas” near Oia (Finikia).
“Domain Sigalas” have its location at Oia’s doors, near to recent experimental vineyards, where is possible to taste wines in the quiet of a typical Greek courtyard, also enjoying a good view on the Aegean sea. Paris Sigalas started his biological viticulture in 1991, after he left the school where he taught mathematics. Now he produces about 200.000 bottles.
Our tasting includes twelve wines typical wines of island’s “terroir”: the dry withes “Aidani”, “Assyrtiko-Athiri”, “Nychteri”, “Santorini”, “Kavalieros”, “Santorini Barrel”; the dry rose “Ean”; the dry reds “Mavrotragano”, “Krisi”, “Mm” (the last two are good for a daily use); “Vinsanto” and the sweet red “Apiliotis”.
In this winery, at last, we tasted the potential of the different varieties concerning the unique “terroir” of the volcanic island. But the best was yet to come.
“Art Space”, founded by Antonis Argiros, of Nikolaos, was really a revelation. The building, which contains caves dug into the soft stone of Santorini, was formerly a tomato paste processing plant, owned by his father and a winery back in 1861.
Antonis, who nicely received us, proudly showed the photos of his parents, giving also historical information about the location he has turned it into a wine museum (with traditional wine-making equipment much of which he actually uses to continue familiar traditions, and new modern equipment) and into an artistic space (where he extends its hospitality to important artwork by Greek and foreign artists). This choice perfectly marries the familiar winemaking art of the past and the now-a-days artistic expressions, in order to preserve the place’s history and traditions, and to promote art, also by means of Antonis’s wines tasting, the best today produced on the island.
Thanks to the museum objects we discovered many things about tomato compote production, grappa distillation and the pressure of the grapes.
Our tasting included two excellent dry white wines made of Assirtiko grapes. The first “Saint August”, with a mineral taste; the second “Saint August Reserve”, well balanced with barred taste cause, before it is fully fermented, it is transferred to new, oak, french barrels where it matures for 10-15 months in the winery’s cellar, 11 metres below earth, in a thick layer of pumice, in controlled, invariable temperature and humidity.
These grapes are harvested in middle August, thus the name.
Later on, we enjoyed of other two excellent dry with wines: “Nychtery” and “Kavaliero”, refined for their taste and aroma.
“Vinsanto” (Assyrtiko 90-95%, Aidani, athiri 5-10%) was really superlative. They told “Vinsanto”, originated from the island, come in Italy by means of Venetians. It was called in this way because it was the wine of Santo, the name the Venetians used to call the island. The harvest is made in the late August and is followed by a selection and a spreading of the grapes on the terraces of the winery for 8-14 days. Two to three days after the spreading the grapes are turned over, one by one, so that the aromas are further accentuated by the sun. Ageing in oak barrels is for minimum 3 and up to 20 years.
In order to complete the tasting, Antonis offered us his white grappa, whose flavor matchs with the best Italian ones, even if cheaper; his magnificent barred grappa, produced exclusively for his pleasure whose flavor is like cognac and, least but not last, his raki which is like ouzo without anise, for those who don’t know it.
Really an unique experience, that left an unforgettable sign inside us, also for the enthusiasm Antonis injected into.
For this reason, if you are in Santorini, you have to visit “Art Space” location, in order to know Antonis Argiros, his artistic gallery, his wine museum and his winery: a chance you can’t miss.

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