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Sfaccettature avicole. La Voce dell’Etna di Marzia Scala

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Neanch’io mi sarei mai aspettata di scrivere di polli. Io che intendevo le galline come un divertimento estremo: mi piaceva-poverette- scuoterle a testa sotto. Dunque, immagino, che per volontà di Pollon (mi viene solo lei in mente, per allitterazione) il mio cammino sfortunato con le pennute me lo sia assolutamente meritato. Avevo sempre desiderato poter raccogliere uova fresche ogni mattina ma i miei tentativi sono tutti miseramente falliti: o faine e donnole si leccavano i baffi o le pollastre si rifiutavano di concedermi il loro tesoro. Quindi, le uova me le devo andare a comprare. Sogno infranto!
Scoprire che a qualcuno la testa funziona in direzione marketing è stata una sorpresa. Per questo, appena saputo dell’esistenza del fenomeno, sono andata a verificare e la mia meraviglia si è protratta. Mai visto un posto tanto pulito e confortevole dove allevare animali. Parliamo di bassa corte anche se, a vederli sculettare tanto fieramente sembrava d’essere tra pari d’alto rango; erano così fieri i galli con quelle creste superbe, con quei bargigli vivaci; e che dire delle loro dame altezzose e sfuggenti che pretendevano un corteggiamento mirato per concedersi….
Un centro di selezione avicola che esplodeva di benessere e passione. Questo ho visto ieri. La pulizia e il wellness degli animali regnavano sovrani in un angolo erboso, tra l’ombra degli alberi e gabbie sciccose e super attrezzate. E, per la prima volta, stavo osservando un allevamento senza scopo alimentare e…detto da me che sono una vegetariana… Ad esser celebrata è la bellezza, il colore delle penne, le acconciature delle chiome, le calzature fashion, i colli nudi, le ugole squillanti. Era veramente uno spettacolo. Ed è, infatti, per uno show che questi incredibili esemplari vengono allevati in una country house da fare invidia ai migliori resort. Tutti gli ospiti della maison vengono “viziati” e curati per poter affrontare duri criteri selettivi nelle competizioni nazionali. Ma ve lo immaginate il concerto! Centinaia di galli e galline che s’incontrano per esibirsi nelle loro migliori performance estetiche, soggetti al giudizio di esperti che ne decretano le miss e i mister mentre la civetteria e l’alterigia si scambiano note trillanti e le penne svolazzano nell’aria.
Potrà sorgervi spontanea e legittima una domanda, però: che c’azzeccano i polli ornamentali con una rivista che s’inchina al gusto?
Ora, posto che il gusto è in primis bellezza, considerato che il magazine promuove eccellenze, vagliata l’approvazione del capo, esaminata l’originalità dell’idea, sottolineata la mia filosofia “no-meat” (sappiate che è solo per questioni di gusto, tanto per restare in tema!) e concretizzando che questo capoverso sta per assomigliare a un documento di politichese…e le uova a chi gliele lasciamo?
Uova…contenitore delicato di un quadro che ritrae il tramonto sulle dune…io adoro le uova di gallina.
Quelle di questo allevamento, associato ad AS.AV.I.T. (Associazione Avicoltori Ionico tirrenica), sono bianche e vanno a ruba nei centri cittadini e nei piccoli paesi. Perché hanno gusto e profumano di terra nera, erba soffice, petali di segatura, energia. Tra l’estate e l’autunno, infatti, si assiste ad un calo di produzione che determina la possibilità di gustarsi tuorli e albumi sodi e perfettamente coesi. Quando i galletti si danno più da fare e le ovaiole si concedono, dedicandosi esclusivamente a “sfornare” ovetti candidi e sbruffando in faccia a madre natura che le vorrebbe chiocce più che “cocotte”, incomincia un’altra fase, quella dell’incubazione delle uova. In vere e proprie incubatrici le uova alloggiano per tutti i 21 giorni che precedono la schiusa; vengono rivoltate quattro volte al dì per evitare che l’embrione si attacchi al guscio precludendo la possibilità di un nuovo pulcino; vengono osservate e riscaldate continuamente. E poi succede: il guscio si frantuma e fuoriescono i piccoletti piumati che incominciano a strillare. La selezione ha inizio. Le cure giuste (sarebbe il caso che più di qualche veterinario si specializzasse in avicoltura), il cibo adatto, l’ambiente naturale e di lì a poco esploderanno galli e galline in tutta la loro particolare bellezza. Così, sulle passerelle di PittiGallina, si vedranno sfilare candide livornesi, siciliane dalla cresta a coppa, esemplari dal collo nudo, olandesi con ciuffo (i galli li acconcia direttamente Crudelia Demon), megalomani calzate con le penne dappertutto. E di base un acutissimo sottofondo musicale.
Ma, come tutte le mannequin, anche per i nostri polli la carriera non dura a lungo! Dopo i tre anni potranno godersi la meritata pensione senza affannarsi a creare linee di moda, case di produzione cinematografica e via dicendo. Qui, però, la natura si vendica e mentre i maschi avranno un allettante futuro da “galletti” le femmine cominceranno a covare e covare e covare.
D’altronde non ci si può divertire tutta la vita!

Marzia Scala

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