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VIAGGI DI GUSTO di Gianluigi Carlino. Le Langhe (Seconda parte), I colossi di Barolo e Verduno

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Mi lascio trasportare come inebetito dalle dolci colline delle langhe; è un continuo saliscendi tra La Morra, Verduno, Monforte d’Alba giù fino a Serralunga d’Alba per poi ritornare su a Barolo; un insieme paesaggistico unico al mondo, ed ora che visto anche il bordolese, posso affermare di altro spessore. Adoro le Langhe, è stato amore a prima vista, adoro il vino di questa straordinaria terra, qualche volta è un pò caro però.

Meta fondamentale per capire il vino di queste parti, oltre alla nouvelle vague di Elio Altare et company, è sicuramente il paese di Barolo, dove risiedono tre autentici colossi (senza volere per questo trascurare gli altri): Bartolo Mascarello, Beppe Rinaldi e Brezza. Sono andato a fare visita a questi santuari della viticoltura italiana ed ho conosciuto tre modi completamenti differenti di approcciarsi alla vita ma uno stile unico e rigoroso nel trattare il vino: pas de barrique, beaucoup de tradition!

Territorio, rispetto del vitigno, tradizione con il giusto apporto dell’innovazione.

La prima cantina alla quale mi avvicino con una certa dose di rispetto è quella di GIACOMO BREZZA & Figli, dove vengo accolto amabilmente dal figliolo Enzo che mi dedica una mezza mattinata a discutere della importanza del vino da queste parti e del rispetto della vinificazione tradizionale. Anima e passione nonché duro lavoro. Idee chiare e voglia di fare il vino in maniera esemplare. Anche un caloroso invito a pranzo nell’agriturismo di proprietà (e poi dice che solo i meridionali hanno il senso dell’ospitalità). Il capostipite Oreste Brezza con un paio di baffoni che ricordano personaggi d’altri tempi, mi regala qualche battuta memorabile del tipo “io aggiungo sempre dei piaceri alla vita, ed il vino è uno di questi”, è un vecchio volpone dal carattere di ferro e godereccio al tempo stesso. Da subito mi invita ad assaggiare una toma stupefacente e iniziamo un bella degustazione, che prende le mosse da un fantastico Dolcetto d’Alba 2010 (A) (€ 10) che trovo decisamente superlativo, forse il migliore della zona. Non può mancare una frizzantissima e iodata Barbera Santa Rosalia 2010 (Θ) (€ 18) che ha come caratteristica precipua quella di avere il tappo in vetro, ottimo esperimento della famiglia Brezza almeno per i vini giovani. Ma sono ansioso di passare ai Barolo e assaggiare la classicità che i Brezza rappresentano dal lontano 1885. Dapprima con il Barolo Cannubi 2007 (A) (€ 28) elegante, strutturatissimo e lungo e per concludere con un meraviglioso Barolo Sarmassa 2007 (AA) (€ 32), un autentico Barolo di razza, un campione per classe, potenza ed equilibrio, ma soprattutto per la piacevole sensazione che lascia una volta terminata la bevuta.Grande vino, complimenti.

Il secondo passaggio barolesco è nella cantina di un personaggio che definire particolare è riduttivo. Il mio ingresso nella sua cantina è insolitamente timido e tranquillo, avevo un appuntamento col proprietario  ma a ricevermi ci pensa la charmantissima moglie e la tenacissima figlia Marta. Beppe Rinaldi si limita ad osservarmi giusto un secondo per vedere l’ennesima faccia che lo distrae da quella macchinetta infernale che è l’etichettatrice. Non una parola, non un saluto. Cominciamo bene penso! Peggio di come l’avevano descritto dico tra me e me. Personaggio difficile e scontroso. Ma sono nella cantina di GIUSEPPE RINALDI che è l’equivalente per un calciofilo, di essere al Santiago Bernabeu di Madrid, ossia il tempio del vino. Ho davanti a me uno dei due più grandi vigneron piemontesi di tutti i tempi forse, e quindi mordo il freno e porto pazienza e rispetto. Mi si dice non c’è più il Barolo da assaggiare, è terminato! Sono affranto, verrebbe voglia di mollare tutto, ho scelto la giornata sbagliata, ma la pazienza certosina paga. Dopo aver provato una fantastica FREISA (A) un tostissimo LANGHE (Θ), concluso con una super Barbera d’Alba 2009 (A) mi sento decisamente rinfrancato.Che goduria! E pazienza se per il Barolo devo attendere  marzo, io intanto l’ho ordinato e aspetto senza problemi. Perché il Barolo di Peppiniello è il migliore del continente (AAA☺) ed ha un rapporto qualità prezzo che fa onore a questo grande uomo e questa grande cantina. Questo è il vino, Beppe Rinaldi è l’emblema del vino, prezzi giusti. Nella sala campeggia una bella sedia di legno a doghe, mi avvicino e leggo “questo è l’unico modo per utilizzare la barrique”. Marvelous.

Sto quasi per andare via, e mi accingo a salutare Peppiniello, io più ostinato di lui e tralasciando lo stupido orgoglio, ed ecco che con un coupe de theatre Peppiniello mi fa “ti faccio vedere la mia vecchia moto degli anni passati” e “la meccanica è una scienza precisa, puoi riparare, l’elettronica è una merda!”. Si gruoss Peppì. Iniziamo a discutere e capisco che abbiamo qualcosa di grandissimo in comune e che non voglio e posso condividere, ma la cosa mi rende orgoglioso e felice. Peppiniello Rinaldi è un uomo vero. Lo seguirei in capo al mondo.

Il tour barolesco non può non concludersi nel santuario piemontese per eccellenza, ossia la cantina di BARTOLO MASCARELLO, il più grande di tutti, venuto a mancare alcuni anni orsono ed il cui lavoro è ora brillantemente condotto dalla simpatica Maria Teresa. Scricciolina, l’ho ribattezzata. Piccolina ma energica e vispa con i capelli alla sanfasò ma con gli occhi che ti penetrano come due lame. Intelligenza vivace e brio da vendere, poi una degustazione en plein air insieme ad un gruppo di consumatori occasionali che si sono fermati davanti al santuario.Del resto il vino è socialità, qual migliore occasione. La gentile Maria Teresa ci fa assaggiare praticamente tutta la batteria Mascarello e confesso di essere davvero emozionato nel degustare un vino di così rara bontà. I nostri miseri voti perdono valore di fronte a questi capolavori, sono tutti da tripla A; i prezzi invece mi piacciono meno. Mi colpisce l’etichetta che il grande Bartolo Mascarello produsse sulle sue bottiglie nel lontano 1994  “No Barrique, No Berlusconi”. Un genio che aveva capito tutto subito. Una giornata indimenticabile.

La stanchezza comincia a farsi sentire, ma il piacere che provo mi da la forza di proseguire verso Verduno e precisamente in una cantina che mi affascina molto. I FRATELLI ALESSANDRIA,nella quale il figlio di GianBattista, Vittore mi fa da amabile cicerone sia nella degustazione che conducendomi su di un belvedere bellissimo dal quale si dominano praticamente tutte le Langhe.

Due grandi campioni in cantina il PELAVERGA VERDUNO 2010 (Θ), che è il vino verdunesco per eccellenza e che mostra tutto il suo carattere e la sua eccellente territorialità, pepato e speziato risulta molto vivace e scattante, e tra i tre Barolo soprattutto il MONVIGLIERO 2007 (AA) (€ 32) mi conquista per potenza classe e succosità. Bella cantina e ottimi prodotti. Nella zona manco a dirlo una infinità di altri produttori eccellenti;  meritano una menzione particolare:  ETTORE GERMANO, CASCINA DELLE ROSE, ROAGNA, CASCINA CA’ ROSSA, BROVIA, CAVALLOTTO, VIETTI, VOERZIO ROBERTO (prezzi altissimi però),REVERDITO MICHELE,SETTIMO AURELIO, GIACOMO CONTERNO (prezzi alti), GIOVANNI MANZONE, BRUNO GIACOSA, MASSOLINO, SCHIAVENZA, RIZZI e CASTELLO diVERDUNO. Un’esperienza che consiglio a tutti gli appassionati almeno una volta nella vita. Grazie Langhe, a bientot.

 

BREZZA GIACOMO & Figli Barolo (CN)  via Lomondo  tel 0173/560921  sito www.brezza.it

Dimensioni vigneti 18ha bottiglie prodotte 100.000 circa

BARTOLO MASCARELLO Barolo (CN) via Roma 16 tel 0173/56125

Dimensioni vigneti 5ha per 35.000bottiglie circa

GIUSEPPE RINALDI Barolo (CN) via Manforte 3  tel 0173/56156

Dimensioni vigneti 6,5ha per 26.000 bottiglie circa

FRATELLI ALESSANDRIA Verduno (CN) via B.Valfrè tel 0172 470113  sito www.fratellialessandria.it

Dimensione vigneti 14ha per 65.000 bottiglie circa

 

Legenda

AAA vini eccellenti o prodotti eccellenti

AA vini ottimi che esaltano il territorio, idem per il cibo

A vini interessanti e cibi interessanti

Θ simbolo che definisce un vino o un prodotto genuino e molto territoriale

ottimo rapporto qualità/prezzo

 

Testo e Foto di

GIANLUIGI CARLINO


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